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L’USO DELLA IONORISONANZA-LIKE CON L’APPARECCHIATURA ELETTROMEDICALE DI IONORISONANZA PERSONALIZZATA COME PRESIDIO DI MEDICINA INTEGRATA

Perché l’utilizzazione della ionorisonanza-like?

Il dispositivo di ionorisonanza personalizzata basa la sua attività biologica sugli studi condotti dallo scienziato americano Abraham R. Liboff. Egli nel 1984, ipotizzò che il campo magnetico terrestre fosse in grado di interagire con le onde elettromagnetiche a bassissima intensità e frequenza (ELF EMF) direttamente nei tessuti, inducendo un fenomeno simile alla ionorisonanza ciclotronica. Ipotizzò che le onde elettromagnetiche modificassero la traiettoria di ioni biologici chiave, come Ca++, Na+, K+ e Mg++, consentendone un movimento attraverso la membrana cellulare. Tale movimento ionico transmembrana provoca una modificazione del comportamento della cellula.
L’apparecchiatura di ionorisonanza personalizzata consente di sottoporre l’intero organismo all’applicazione di onde elettromagnetiche a bassissima intensità (ELF EMF), attraverso una stuoia che produce il campo elettromagnetico (lettino) su cui il paziente si sdraia. Per poter quantificare il grado di efficienza apportato dalle diverse onde elettromagnetiche che l’apparecchiatura è in grado di somministrare all’individuo, e quindi personalizzarne l’efficacia, viene utilizzata la valutazione della variazione dell’impedenza corporea. In altre parole il dispositivo invia alla stuoia una sequenza di campi magnetici e contemporaneamente sceglie e registra quelli più efficienti sulla base della variazione dell’impedenza corporea. Queste onde, una volta memorizzate su una “memory card” vengono erogate al soggetto per 30 minuti, almeno due volte alla settimana. E’ opportuno che il trattamento venga regolarmente proseguito per un minimo di 20-30 sedute.

Quali sono le principali modificazioni del comportamento cellulare prodotte dagli ELF EMF che vengono sfruttate in terapia?

1) Una serie di studi in vivo e in vitro hanno dimostrato che gli ELF EMF sono in grado di abbattere lo stress ossidativo e di equilibrare la bilancia ossido riduttiva attraverso l’esaltazione dell’attività degli enzimi antiossidanti. Lo stress ossidativo si verifica quando la produzione dei radicali liberi, ovvero di quelle molecole che hanno nella loro orbita degli elettroni (cariche elettriche negative) spaiati rispetto ai protoni (cariche elettriche positive), sovrasta la produzione dei sistemi antiossidanti dell’organismo. I radicali liberi per le loro caratteristiche sono molecole particolarmente avide di elettroni, e li sottraggono ai lipidi e alle proteine danneggiando le cellule a cui esse appartengono e alterandone le funzioni. La nostra produzione di radicali liberi si esalta a seguito di stati infiammatori cronici, eventi settici, neoplasie, assunzione di medicamenti, esposizione ad agenti tossici. Quando la produzione dei radicali liberi non è bilanciata dalla produzione degli antiossidanti si verifica lo stress ossidativo.

 

2) Gli ELF EFM hanno un effetto protettivo cellulare, in quanto sono in grado indurre la produzione delle heat shock proteins (HSPs), ovvero di proteine che offrono una protezione alle cellule sottoposte a situazioni di “stress”, come si verifica a causa dell’insulto subito dalla malattia e dai farmaci. Queste proteine intervengono assistendo il completamento della struttura terziaria di altre proteine nei casi in cui “stressogeni” lo possano compromettere. Sono quindi dei mediatori capaci di riparare altre proteine e consentirne una corretta funzionalità.

 

3) Producono un effetto anti-infiammatorio riducendo la produzione di citochine proinfiammatorie. Gli ELF EMF sono in grado di esaltare l’attività del trasduttore di segnale Nrf2 (nuclear factor-erythroid 2-related factor 2) che ha un ruolo essenziale nella risposta anti-infiammatoria/anti-ossidante, attivando almeno 500 geni protettivi cellulari e enzimi antiossidanti, e anche attraverso la competizione con altre molecole di trasduzione di segnale come l’NF-kB che, invece, induce l’attivazione dei geni per la produzione delle citochine proinfiammatorie (TNF, IL1, IL6, ecc.) e l’espressione di alcune molecole di adesione necessarie per l’attivazione infiammatoria.

 

4) Effetto rigenerativo tissutale che non si limita solamente alla rigenerazione del tessuto osseo, ma si estende alla potenziale rigenerazione di molti tessuti attraverso la stimolazione delle cellule staminali mesenchimali e la loro differenziazione e maturazione nei vari elementi cellulari (tessuto neurologico, tessuto cartilagineo, tessuto muscolare e tessuto cutaneo e mucoso).

 

5) Miglioramento dell’umore e del comportamento in quanto è stato osservato in esperimenti in vivo una maggiore attività delle onde alfa dell’EEG nei soggetti sottoposti a trattamento con ELF EMF.

 

6) Aumentano la produzione intrinseca dei fattori di crescita mieloide capaci di stimolare la rigenerazione midollare dopo la chemioterapia.

 

Il movimento ionico attraverso le membrane cellulari, modificando l’omeostasi degli ioni cellulari, induce una serie di effetti protettivo/curativi sulle cellule dell’intero organismo. La malattia è una modificazione dell’omeostasi dell’individuo, nel microcosmo cellulare la ricerca di una omeostasi a seguito delle modificazioni ioniche intracitoplasmatiche prodotte dagli ELF EFM rappresenta il lento cammino verso l’omeostasi del macrocosmo dell’intero organismo. Per tale motivo ELF EMF sono stati definiti come il primo messaggero che può modulare la risposta in un sistema biologico “sfidato” dalla patologia.

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