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PSICOLOCO

Il supporto psicologico in oncologia

Come e perchè è fondamentale il trattamento psicologico del paziente oncologico.

Ammalarsi di cancro è un avvenimento traumatico che investe tutte le dimensioni della persona: il rapporto con il proprio corpo, il significato dato alla sofferenza, alla malattia, alla morte, così come le relazioni familiari, sociali, professionali.
Numerosi studi evidenziano l’insorgere di disturbi psicologici subclinici e clinici quali ansia, depressione disturbi dell’adattamento, disturbi della sessualità e fatica, nel 50% dei pazienti con diagnosi di cancro. I disagi che la persona manifesta nel corso della malattia oncologica non sono strettamente connessi ad una vulnerabilità o ad una predisposizione psicopatologica della persona stessa, ma ad una condizione di crisi che la malattia come evento stressante porta con sé.
Una valutazione del disagio psicologico si pone come necessità clinica ineludibile all’interno dei percorsi di cura oncologica per l’individuazione precoce di situazioni di sofferenza che potrebbero evolvere in psicopatologie ed interferire con l’aderenza ai trattamenti e con il decorso e la prognosi della malattia. Alcuni studi evidenziano un’associazione tra diminuzione della depressione e aumento della sopravvivenza e come gli effetti benefici a livello psicologico e comportamentale siano affiancati da cambiamenti a livello biologico, ad esempio sul sistema immunitario.
Il disagio deve essere riconosciuto documentato e monitorato durante tutte le fasi di malattia attraverso l’utilizzo di strumenti di valutazione validati per la misurazione del distress, dell’ansia e della depressione (Termometro del distress, HADS ecc). Nelle raccomandazioni del National Comprehensive Cancer Network (NCCN) si indica che il distress venga valutato alla visita iniziale ai follow-up e in particolare al modificarsi delle condizioni di malattia.
L’invio ad uno specialista psiconcologo risulta opportuno qualora sussistano una o più delle seguenti condizioni:
• i curanti rilevano modalità espressive e contenuti dei pensieri che esprimono la sofferenza emotiva del paziente.
• punteggi elevati dei questionari di valutazione del distress e di ansia e depressione
• situazioni di criticità relativa all’aggravamento delle condizioni cliniche del paziente
• percezione di un inadeguato supporto da parte della rete sociale inclusa la rete familiare
• richiesta esplicita del malato di un supporto psicologico
Il trattamento psicologico del paziente oncologico deve avere come obiettivo principale quello di migliorare la qualità della vita guidando il malato e i familiari all’elaborazione dei vissuti e delle emozioni suscitate dalla malattia per favorire l’utilizzo delle proprie risorse nel processo di adattamento alla situazione vissuta.
I colloqui iniziali con lo psiconcologo consentono una valutazione della realtà concreta del paziente, della sua condizione psichica e della sua personalità e forniscono utili indicazioni per l’impostazione d’interventi di counselling o psicoterapeutici individuali o di gruppo.

Supporto emotivo e crescita personale

La vita è un processo di apprendimento, diceva Milton Erickson, il grande psichiatra americano che rivoluzionò l’Ipnosi. E uno dei motivi per cui apprendiamo è per fronteggiare le novità che la vita ci riserva, sia quelle belle che quelle non desiderate. Questo concetto è particolarmente vero per chi deve affrontare problemi seri come quelli relativi alla salute. Quando si ha a che fare con una malattia importante, non basta seguire le prescrizioni e prendere farmaci per stare bene. All’insieme dei problemi fisici si aggiungono stati emotivi di preoccupazione ed ansia. I pensieri e le emozioni vengono spesso coinvolti completamente da questa esperienza. Anche le relazioni con i familiari, con gli amici e con i colleghi possono cambiare drasticamente. Così la malattia diventa un’esperienza totalizzante, che permea e condiziona ogni aspetto della vita del paziente.
Per governare questo evento non desiderato e trasformarlo in un’opportunità di crescita senza venirne travolti, è necessario attivare le proprie risorse e la propria resilienza, cioè la capacità di superare gli ostacoli che si incontrano. Si può scoprire, ad esempio, la capacità di prendersi cura di sé, si ritrovano e si valorizzano i rapporti con i propri familiari, con gli amici, con i colleghi di lavoro.
Iniziare un percorso di crescita personale, che permette la rielaborazione delle esperienze vissute, è una cosa che può essere fatto sia mentre si affrontano i trattamenti medici sia in un tempo successivo, quando si tirano le somme e si guarda avanti, riflettendo su come sono cambiate le nostre priorità personali, su come affrontiamo il futuro.
Al fine di favorire e di affrontare al meglio questi processi di elaborazione e di crescita, diversi strumenti vengono messi a disposizione nell’Ambulatorio di Medicina Integrata dell’Ospedale Gallino di Genova Pontedecimo.

Life-coaching

Imparare a porsi degli obiettivi significativi a partire dal riconoscimento delle priorità individuali è una via all’autoconoscenza e allo sviluppo delle capacità personali. Nel processo di formulazione di un obiettivo si incontrano sia le proprie speranze e la propria visione del mondo, ma anche le difficoltà soggettive e le fragilità. La persona viene stimolata a prendere consapevolezza delle proprie risorse e dell’importanza del proprio atteggiamento mentale nel determinare il futuro personale.

Ipnosi Ericksoniana

L’Ipnosi è la tecnica mente-corpo più potente. Contrariamente all’Ipnosi “classica” direttiva, l’Ipnosi Ericksoniana crea un ambito in cui la mente relazionale può permettersi di esplorarsi e di associare emozioni, pensieri ed esperienza corporea per far emergere ciò che interessa alla Persona e non è predeterminato dall’Ipnotista. L’Ipnotista diventa così un tramite che rinforza la Persona nei suoi intendimenti e nelle sue aspirazioni e mai si sostituisce ad essa. A volte, la semplice esperienza dell’ipnosi di rilassamento porta interessanti benefici in quanto rievocatrice delle esperienze precoci di attaccamento.

Gruppo Supportivo-Espressivo

Ritrovare la propria esperienza nelle somiglianze e nelle differenze delle esperienze dei nostri simili ci rinforza e ci fa uscire dall’isolamento. Comunicare a qualcuno che ci capisce “perché le ha passate anche lui” è un sistema consolidato nella promozione del benessere di Persone che condividono aspetti della loro vita. Comunicare è di per sé qualcosa che allevia un problema. Ma anche ascoltare gli altri può avere un identico effetto. Nei Gruppi condotti finora nell’Ambulatorio di Medicina Integrata numerose persone hanno condiviso le loro esperienze, si sono sentite ascoltate e valorizzate, si sono divertite. Le sedute, che prevedono da tre a dieci partecipanti, possono contenere, se il tempo lo consente, un’ induzione di gruppo con lo scopo di favorire il rilassamento e l’apprendimento dell’autoipnosi.

Yoga della Risata

Prossimamente su questi schermi… è in programmazione l’apertura di un “Club della Risata” per le persone che afferiscono all’Ambulatorio di Medicina Integrata, con i familiari e amici che volessero accompagnarle. Milton Erickson diceva che l’umorismo e la risata inducono uno stato ipnotico immediato, un improvviso cambiamento neurofisiologico. Affascinati da questo concetto e incontrando lo Yoga della Risata per mezzo di un amico Oncologo dell’Ospedale di Alessandria, ci è sembrato un’opportunità giusta da offrire perché:

1) ridere cambia la chimica del nostro organismo, riempiendolo di fattori anti-depressivi che favoriscono lo stato di benessere;
2) ridere cambia la fisiologia del nostro sistema nervoso autonomo portandolo rapidamente al rilassamento;
3) ridere è comunicare con gioia;
4) ridere è una forma di meditazione perché ci distacca dal flusso dei pensieri;
5) ridere non può spaventare nessuno, e nello Yoga della Risata non si “ride di” ma si “ride con”.

In conclusione, cosa può esserci di più semplice e di più salutare di una risata nel percorso verso la Salute?

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